La storia dell’UGCC in Italia
L’inizio della quarta onda dell’imigrazione in Italia e formazione delle comunità ecclesiali
All’inizio degli anni 90 l’organizzazione delle comunità in diverse città in Italia sembrava molto caotico e poco famigliare, avevano il carattere piuttosto del mercato (la gente si riuniva in una parte della città, dove arrivavono i pulmini dall’Ucraina). Vedendo il necessario bisogno della cura spirituale degli ucraini da parte della Chiesa, l’UGCC si è fatto attento ai fedeli ucraini organizzando nelle varie città italiane le comunità ecclesiali, in comunione con i vescovi italiani, dando la possibilità di celebrare nelle chiese italiane. I presupposti di queste azioni della chiesa Ucraina erano molto buoni perché a Roma erano due collegi ucraini, dove studiavano seminaristi e sacerdoti, i quali hanno sostenuto l’idea dell’accompagnamento spirituale degli ucraini in Italia. Così in alcune città italiane si sono delle comunità, dove vi partecipano molti ucraini.
La seconda fase di questo obiettivo è quella di consolidare il radicamento nelle comunità locali. E qui la chiesa ha giocato il suo impegno. Prima di tutto nomina il coordinatore per gli ucraini, il quale ha il compito di formare e ravvedere l’assistenza spirituale nei territori italiani, ove erano sparsi senza riferimenti aggruppati con altri immigranti ucraini, con impegno di mettersi in contatto con già esistenti comunità ucraini. Il 14 gennaio 2003, la Congregazione per le Chiese Orientali, alla richiesta del Cardinale Liubomir Huzar, ha nominato S.E. Mons. Hlib Lonchyn quale Visitatore Apostolico per gli ucraini in Italia, dopo di cui è stato nominato il 7 gennaio 2007 Mons. Dionisio Lachovicz.
Oggi in Italia sono impiegati per le comunità ucraini oltre 60 sacerdoti occupandosi della pastorale non solo di una comunità nella stessa diocesi, ma anche nelle diverse diocesi.