Venerdì, 22 Novembre 2024

Siamo ucraini, cattolici e perugini. Da ben 15 anni

La comunità ucraina cattolica ha da poco festeggiato i suoi primi quindici anni di attività religiosa a Perugia, e cresce ed è molto attiva anche a livello sociale sul territorio.

“Dopo il Giubileo del 2000 – spiega a La Voce don Vasyl Hushuvatyy, parroco ucraino cattolico di Perugia e Spoleto – sono arrivati in Italia sempre più ucraini della Chiesa greco-cattolica di rito bizantino orientale. Così nel 2003 si sono radunati a Perugia una trentina di fedeli che hanno chiesto e ottenuto dal Vescovo un sacerdote per poter celebrare. All’inizio, per dodici anni, ci siamo appoggiati alla parrocchia di Sant’Antonio, nei pressi della stazione; da qualche anno invece ci ritroviamo nella chiesa di Santa Maria Nuova a porta Pesa”. L’anniversario è stato celebrato nella parrocchia di Case Bruciate che ha accolto circa 300 persone della comunità, quindici sacerdoti ucraini provenienti da tutto il centro Italia e i vescovi mons. Dionisio Lachovicz, visitatore apostolico per la Chiesa greco- cattolica ucraina in Italia, e card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia.

“La comunità ucraina cattolica è molto cresciuta rispetto a quindici anni fa. A Pasqua eravamo quasi 600, qualcuno dice anche di più, ma io sono realista” racconta fiero don Vasyl, presentando anche le varie iniziative che promuove e cura durante tutto l’anno insieme alla sua gente: “Abbiamo un gruppo composto da una decina di donne che gestisce i momenti di preghiera. Si chiamano, traducendo dalla nostra lingua, ‘Preghiera della mamma’. Anche il nostro coro è al femminile, ma del resto il 95% della nostra comunità è composto da donne tra i 40 e i 60 anni, sebbene da una decina di anni a questa parte siano arrivate anche molte giovani famiglie con i loro bambini.

Nell’ultimo anno ho battezzato circa 10 bimbi nati in Italia da genitori che risiedono stabilmente nel Perugino. Abbiamo così fondato anche una scuola ucraina: ogni sabato, presso il centro Shalom della parrocchia di Santo Spirito, c’è una maestra che insegna ai bambini lingua, tradizione e storia, mentre io mi occupo del catechismo”.

Le attività per i più piccoli della comunità proseguono anche d’estate: “L’estate scorsa abbiamo organizzato un campo scuola al mare a Livorno con circa 45 bambini, fra i nostri e quelli della comunità ucraina cattolica della Toscana”. Non mancano poi le attività di volontariato: “Ogni giovedì preghiamo per i defunti e i malati. Ci sono infatti alcune signore della nostra comunità gravemente malate cui andiamo a portare il nostro aiuto. Raccogliamo poi denaro da mandare ai soldati e alle vedove della nostra guerra”.

L’Ucraina è infatti un Paese tuttora flagellato da una guerra, nella regione orientale, dimenticata dai media e da tutti. “Anche in Ucraina non se ne parla più – dice don Vasyl – eppure tutti i giorni muoiono i nostri uomini arruolati nell’esercito ucraino. Qui a Perugia ci sono due famiglie che hanno parenti coinvolti, e una signora ha il nipote ricoverato in gravi condizioni a seguito delle ferite di guerra”.

L’associazione perugina che ha aiutato gli ucraini coinvolti nel conflitto

“Anche a Kiev, città caotica e piena di vita, la guerra non si vede, ma se per caso si mette piede in un ospedale, allora ci si rende conto di cosa succede”. A parlare è Alessandro Priorelli , presidente de La Gomena, associazione di Perugia che è stata fra le poche ad aiutare la popolazione ucraina coinvolta dal conflitto, raccogliendo l’appello di Papa Francesco. Grazie ai contatti con la Caritas di Kiev, La Gomena ha sostenuto un centinaio di bambini orfani e di anziani, inviando denaro e pacchi dono con cibo e beni di necessità richiesti. Il “progetto Ucraina” ha avuto la durata di un anno ed è terminato da qualche settimana: “Mai fatto un progetto così prima – racconta Priorelli. – Avevamo promesso di mandare loro 25.000 euro ogni tre mesi e ci siamo riusciti, anche se ancora non so come. È un miracolo del Signore!”. La situazione però è ancora terribile, tanto che il progetto può definirsi chiuso solo in parte: “Abbiamo mantenuto la promessa, ma i soldi sono serviti solo a mettere in moto dei progetti che ora vanno anche mantenuti. Spero che in futuro si riapra la possibilità di sostenere un piano così faticoso, ma così importante”.

AUTORE: Valentina Russo - lavoce.it